Storia

La Camera di Commercio Italiana in Marocco è presente a Casablanca da oltre cento anni. Il suo statuto fu approvato il 16 luglio 1916 al termine dell’Assemblea Generale Costitutiva.

Lo scopo che si poneva era la promozione delle relazioni commerciali ed industriali tra l’Italia ed il Marocco; di intervenire nello studio di ogni questione legislativa, commerciale ed industriale che interessasse i due paesi; di tenere aggiorante le imprese italiane su ogni informazione utile riguardo gli scambi commerciali con il Marocco; di facilitare il flusso di informazioni sulla manodopera italiana ; e infine, di rappresentare ed incoraggiare in qualsiasi occasione gli interessi commerciali dell’Italia.

La Camera era composta da differenti tipologie di membri. Oltre ai membri fondatori, potevano divenire membri effettivi i cittadini italiani risiedenti in Marocco, che usufruissero dei diritti civili e politici e che fossero commercianti, industriali o liberi professionisti; i cittadini italiani o stranieri gestori di imprese italiane stabilite in Italia o all’estero; i rappresentanti riconosciuti degli interessi italiani. I membri aderenti potevano essere i soci stranieri di imprese italiane, le associazioni e le persone giuridiche che si interessavano allo sviluppo dei rapporti commerciali fra Italia e Marocco. Membri effettivi e membri aderenti differivano per quota associativa e costo dei servizi proposti.

La gestione della cassa comune della Camera era affidata ad un Consiglio d’amministrazione composto da membri di diritto, fra cui il Console Reale d’Italia, e da 11 membri eletti, inclusi il Presidente e il vicepresidente. Per il funzionamento della Camera, il Consiglio forniva una cassa alimentata dai contributi dei membri fissati dagli statuti, l’importo delle tasse della Camera fissate dal regolamento e le assegnazioni eventuali del Governo, delle Camere di Commercio ed altre.

La Camera di Commercio Italiana di Casablanca acquisì nel 1933 il suo nome attuale di Camera di Commercio Italiana in Marocco a seguito di una modifica agli statuti. La stessa modifica istituì inoltre gli incarichi di Segretario e Tesoriere e introdusse una nuova fonte di finanziamento, la vendita di spazi pubblicitari all’interno delle pubblicazioni della Camera.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale costrinse la Camera a cessare le sue attività per un decennio. Tuttavia, l’urgenza di ricostruire l’economia italiana postbellica e la volontà di difendere gli interessi della comunità italiana in Marocco spinsero il Console Agostino Benazzi a indire una riunione nel febbraio 1950 con lo scopo di riattivare la Camera.

Il 9 marzo dello stesso anno il nuovo direttivo composto dal presidente Giulio Paloschi, dai vicepresidenti Francesco Tripiano e Francesco Sidoti, dal Tesoriere Luigi Barber, e dai consiglieri Mario Lensi, Giuseppe Privitera, Amedeo Sgambella, Andrea Santagata e Natale Macchi si misero all’opera per rilanciare le attività della Camera a favore dei suoi iscritti.